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GLI ARCHI DI FIBONACCI
Oggi parliamo degli archi di Fibonacci.
Nell’articolo precedente abbiamo spiegato come utilizzare in analisi tecnica i ritracciamenti di Fibonacci. Questa volta vogliamo approfondire l’utilizzo degli stessi numeri, ma utilizzando un’altra tecnica molto apprezzata dai trader, ovvero quella degli archi di Fibonacci.
Gli archi di Fibonacci, con i ritracciamenti e le fan line che analizzeremo in un prossimo articolo,  vedono la presenza dei livelli del 38.2%, del 50% e del 61.8%, espressi però non come linee ma come archi.
Le zone di prezzo che vengono individuate dopo aver tracciato gli archi da un minimo a un massimo o viceversa, rappresentano le possibili aree di supporto o resistenza, aree che hanno però una caratteristica particolare, ovvero mutano con il passare del tempo.
Come si vede dal semplice esempio teorico, individuati i massimi e i minimi di un certo movimento di prezzo gli archi generati secondo le percentuali di Fibonacci tenderanno verso l’alto se la trend line è crescente o verso il basso se è decrescente.
Sempre nella teoria la fuoriuscita dei prezzi dal terzo arco (quello quindi del 61.8%) rappresentano un’indicazione di inversione della tendenza dominante molto forte.
Facciamo subito un esempio concreto basato sugli archi di Fibonacci per capire questo ultimo punto. Il grafico è quello di UsdCad e come si vede dalla linea verde abbiamo tracciato il range max – min del cambio nel periodo maggio 2010 luglio 2011.
In questo caso vediamo come il rimbalzo che si è generato dopo il raggiungimento del minimo ha portato UsdCad a contatto con l’arco rappresentativo del 61.8% di espansione. Ad ottobre 2011 uno sforamento infrasettimanale, non culminato però con una chiusura al di sopra dell’arco e quindi non confermato; in questo caso la resistenza del trend bearish riuscì ad arginare il rialzo così come si può apprezzare l’ottimo lavoro svolto dall’arco relativo al 38.2% come supporto successivo nella fase di rientro del cambio. A febbraio 2012 nuovo tentativo di inversione di tendenza e nuova resistenza opposta dall’arco rappresentativo del 61.8% il quale, per effetto del tempo trascorso, ha visto abbassarsi il proprio livello esattamente come i supporti successivi del 38.2% ancora interessati ed ancora ottimi nell’arginare il calo.
A maggio 2012 un nuovo assalto alla resistenza in questo caso con il successo nella rottura rialzista. L’inversione di tendenza era cosa fatta e il bull market poteva partire come effettivamente risultò nei mesi successivi. Da apprezzare anche in questo caso il non rientro da parte del cambio all’interno dell’arco più esterno.
Altro esempio pratico per capire l’importanza degli archi di Fibonacci come indicatori di supporto lo possiamo dedurre dal grafico UsdNok che segue.
Come si vede il movimento rialzista gennaio agosto 2013 ha permesso la definizione dei tre archi grafici basati sulle percentuali di Fibonacci. I cerchi ci fanno apprezzare l’ottimo lavoro svolto in qualità di supporti dinamici del bull market in corso. Apprezzabile anche come, dopo la rottura del primo supporto relativo al 38.2%, lo stesso diventi resistenza nella risalita successiva.
Dopo gli archi di Fibonacci, nel prossimo articolo andremo ad esaminare un’altra tecnica molto utilizzata dagli operatori, ovvero quella delle fan line basate sempre sui numeri di Fibonacci.
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