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I RITRACCIAMENTI DI FIBONACCI
Se c’è una parola presente in tutte le piattaforme grafiche, quella parola è certamente Fibonacci.
Tralasciamo le proprietà matematiche del rapporto aureo scoperto dal matematico pisano di cui qui http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_Fibonacci avete ampia possibilità di conoscere le virtù, mentre piuttosto affrontiamo il discorso di come utilizzare Fibonacci in analisi tecnica e nella costruzione dei grafici.
Tutto ruota ovviamente attorno al rapporto aureo di 1.618 e al suo inverso 0.618.
Ma perché questi numeri sono così importanti in analisi tecnica? Il motivo è legato alla diffusa presenza di queste proporzioni auree in natura e la conferma di un comportamento similare del mercato azionario (e finanziario in genere) è stato confermato nel tempo da numerosi studi statistico-grafici.
Ad esempio i numeri di Fibonacci sono alla base della teoria delle onde di Elliott. I numeri di Fibonacci sono però anche utilizzati per stimare obiettivi di prezzo o temporali di un determinato movimento di mercato proprio per le sue proporzioni armoniche.
Come detto 0.618 (o 61.8%) e 1.618 (o 161.8%) sono i numeri più famosi, ma a livello di utilizzo grafico trovano ampio utilizzo il 38.2% (si ottiene dividendo un numero della sequenza per il secondo numero che segue), il 23.6% (si ottiene dividendo un numero della sequenza per il terzo numero che segue, ma anche il 50%.
Il metodo più diffuso tra i trader di tutto il mondo per sfruttare la sequenza di Fibonacci è quello del ritracciamento.
In questo caso si fissano un livello di partenza (minimo) ed uno di arrivo (massimo). A questo punto sul grafico si fissano i livelli di ritracciamento di Fibonacci (idealmente un terzo, metà e due terzi del movimento), identificando così i livelli di supporto/resistenza che dovrebbero trovare i prezzi nel loro movimento correttivo rispetto al trend principale.
Come esempio operativo prendiamo il grafico di UsdChf.
Come si vede dal grafico una prima correzione rispetto al movimento bearish di gennaio 2014 subisce un ritracciamento del 61.8%, una tipica zona di resistenza che in questo ha arginato ulteriori rialzi. Qui i trader che credevano nel bear market di UsdChf avevano la possibilità di incrementare le proprie posizioni short, consapevoli però che se i prezzi fossero saliti oltre i due terzi della prima gamba ribassista, lo scenario bearish si sarebbe incrinato.
Andiamo avanti ed arriviamo a marzo 2014, quando tutta la discesa partita a gennaio si arresta avviando un rimbalzo.
In questo caso, prendendo il massimo (gennaio) ed il minimo (marzo) di questo movimento, avevamo la possibilità di stimare dei punti di resistenza rispettivamente nel 38.2%, 50% e 61.8% di ritracciamento.
Le linee orizzontali rosse esprimono questi livelli e come si vede il 38.2% di ritracciamento stoppa per diverse sedute il rialzo, poi è il 50% di ritracciamento a bloccare definitivamente ogni tentativo di salita di UsdChf.
L’utilità dei ritracciamenti di Fibonacci è quindi legata alla possibilità di creare una mappa pratica e semplice da utilizzare in grado di fissare a priori e per ogni time frame utilizzato dei livelli di resistenza/supporto sui quali il mercato ha elevate probabilità di fermare provvisoriamente il proprio movimento correttivo rispetto al trend principale.
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Ti faccio i complimenti perche’ hai la capacita’ di semplificare concetti all’apparenza indecifrabili.