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IL FATTORE TEMPO NELL’UTILIZZO DEGLI OSCILLATORI
Quando si costruisce un grafico utilizzando gli oscillatori, il numero di minuti, giorni, settimane, mesi, trimestri o anni usati nello studio tecnico determinano quanto da vicino l’indicatore segue il mercato. Se prendiamo ad esempio le medie mobili, un time frame più ridotto crea oscillatori più sensibili ai movimenti di prezzo mentre ovviamente adottare misure di tempo più ampie crea oscillatori decisamente meno volatili. Sempre con riferimento alle medie mobili, un classico esempio per distinguere la tendenze di breve periodo e lungo periodo è quella di utilizzare medie mobili a 20 giorni contro medie mobili a 200 giorni.
Non dovrebbero mai essere utilizzati come esclusivi strumenti per generare segnali tecnici, ma ovviamente l’utilizzo di oscillatori di breve periodo rendono molto più frequenti i cosiddetti “falsi segnali”; dall’altra parte, l’utilizzo di oscillatori di medio lungo periodo spesso fanno entrare in un trade solo quando una buona fetta del trend è già stata percorsa.
Il grafico seguente mostra un classico Indicatore Rsi daily a 9, 14 e 21 periodo. E’ abbastanza agevole verificare come l’Rsi a 9 giorni mostra un “nervosismo” maggiore di quello a 14 giorni e nettamente superiore a quello a 21 giorni. Quest’ultimo raramente tende a toccare la classica soglia dell’ipercomprato (o ipervenduto), mentre l’Rsi a 9 giorni tocca gli estremi in numerose occasioni. La scelta del miglior oscillatore utile al trading è una questione soggettiva. Ogni trader tarerà le proprie analisi ed i propri segnali operativi su certi parametri disposto ad aggiornare tali parametri con lo scopo di ottimizzare il trading system.
Appurato che per fare scalping saranno necessari oscillatori con parametri temporali cortissimi, mentre per fare timing di mercato si potrà anche ricorrere ad oscillatori con parametri di maggior respiro temporale, una tecnica particolarmente interessante utilizzata dagli analisti è quella basata sull’utilizzo di una media mobile all’oscillatore al fine di smussare gli eccessi di volatilità.
Anche in questo caso prevale la soggettività. Alcuni analisti ritengono infatti che le tecniche di smoothing (come sono comunemente chiamate queste metodologie di analisi) tendono a far perdere gli estremi di momentum di prezzo, di fatto impedendo l’applicazione di tecniche di mean reversion (ritorno verso la media) dei prezzi.
Il grafico successivo ci mostra come ad un classico Rsi a 14 giorni viene affiancata una media mobile a 10 giorni. Quello che possiamo apprezzare in prima battuta è l’innegabile appiattimento dell’oscillatore stesso, con i classici denti di sega che vengono eliminati. L’ipercomprato o ipervenduto tende ad essere più raro in termini di frequenza, ma non solo. Smussando il dato puntuale possiamo ottenere un eccezionale elemento da sfruttare in ottica di trade. Adattando la media al Rsi puntuale possiamo infatti generare degli incroci in grado di segnalarci il raggiungimento di massimi o minimi primari. Le barre verticali indicano i punti in cui l’Rsi a 14 giorni incrocia la sua media mobile dall’alto verso il basso. Evidente come questo incrocio ha fornito un ottimo segnale di intercetto dei massimi primari.
Concludendo possiamo perciò dire come gli oscillatori hanno il grande pregio di poter essere creati con qualsiasi tipo di time frame. Adattare poi il numero di periodi ed abbinandoli ad una media mobile per smussare la volatilità, permette di ottenere degli eccezionali strumenti di trading in grado di aumentare le probabilità di successo.
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